La Fondazione Alinari, in esclusiva per Fermhamente, presenta:
LA FOTOGRAFIA E LA SCIENZA – GIORGIO ROSTER
La Fondazione Alinari per la Fotografia ha messo a disposizione degli amici di Fermhamente
alcune delle foto più significative di Giorgio Roster, uno dei pionieri della foto scientifica,
insieme a altre foto storiche e interessanti prese dall'enorme patrimonio fotografico della Fondazione.
Ve le proponiamo in questa pagina, ringraziando la FAF e invitandovi a visitare il sito
www.alinari.it
FAF Toscana è il nuovo organismo fondato dalla Regione Toscana il 16 luglio 2020 a Firenze, per la conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio fotografico Alinari. La sua nascita segna un nuovo inizio nella lunga storia di questo archivio. Lo Statuto della FAF stabilisce che la sua finalità principale sia promuovere una diffusa cultura della fotografia, a partire dal patrimonio Alinari, preservandone l'autentico valore storico-culturale, la sua integrità fisica e garantendone le migliori condizioni di conoscenza e accessibilità.
Tra gli obiettivi principali vi è quindi favorire la più ampia e consapevole fruizione di questo bene culturale da parte di tutti, anche attraverso la costituzione di un Museo della fotografia, e l'organizzazione di attività di educazione e di formazione, di studio, di ricerca e di restauro.
La Fondazione inoltre ha l'obiettivo di valorizzare la storia della fotografia e il suo ruolo nella società, operando anche mediante iniziative editoriali, espositive e culturali dedicate alle diverse tecniche, agli stili, agli autori, alle scuole, alle indagini critiche, in Italia e all'estero.
Un'attività rilevante per la FAF è lo sviluppo e la gestione del sito web attraverso l'accrescimento delle possibilità narrative delle immagini dell'archivio e la loro circolazione e riproduzione.
La FAF Toscana attiva collaborazioni con istituzioni culturali e di ricerca, italiane e estere, enti pubblici e privati e può svolgere attività commerciale, stringendo in tutto il mondo con altri archivi e agenzie contratti per attività di licensing.
Giorgio Roster è un pioniere della fotografia applicata alla scienza.
E viceversa: la fotografia non è solo uno strumento di indagine scientifica, ma è oggetto di studio e ricerca essa stessa.
Anche per le sue doti estetiche.
Le inquadrature sono curate nei dettagli, il fondo nero incornicia con precisione ed eleganza i soggetti ripresi.
Una sintesi perfetta tra bello e utile.
Lo scienziato nasce a Firenze il 20 maggio 1843. Si laurea in medicina e chirurgia alla Regia Università di Pisa. Nel 1878 ottiene la cattedra di igiene, frequenta il mondo accademico di Zurigo e Strasburgo e, con le sue fotografie, ottiene importanti riconoscimenti nazionali e internazionali come il Grand Prix dell’Esposizione ad Anversa nel 1892.
Pubblica saggi sulla tecnica fotografica e la fotografia scientifica e si confronta con i professionisti della fotografia suoi contemporanei, tra cui Vittorio Alinari, sulle potenzialità dello strumento.
Il 7 gennaio 1839, François Jean Dominique Arago, fisico e astronomo francese, insieme al matematico Jean Baptiste Biot e al naturalista Alexander von Humboldt, annuncia all’Académie des Sciences e all’Académie des Beaux-Arts riunitesi a Parigi, la nascita della dagherrotipia, ovvero il “grado zero” della fotografia.
La scoperta verrà resa pubblica il 19 agosto dello stesso anno.
Il nuovo formidabile strumento, dichiara, sarà molto prezioso per fisici e astronomi.
Da ora in poi il campo visivo si amplierà a dismisura e la scienza non sarà più la stessa. Si aprirà alla scoperta “dallo infinitamente piccolo, allo straordinariamente grande”. Del vero ma anche del bello.
La notizia fa il giro del mondo, suscitando ovunque stupore e ammirazione.
A Firenze il 2 settembre, all’Imperiale Regio Museo di Fisica e Storia Naturale Tito Puliti esegue il primo esperimento di dagherrotipia,
che si ripete il 7 ottobre 1839 alla
Prima Riunione degli Scienziati italiani di Pisa.
A Venezia il primato è del fisico Francesco Zantedeschi,
che doterà da subito il gabinetto di fisica del liceo S. Caterina di una macchina dagherrotipica.
L’8 ottobre Enrico Federico Jest, Carlo Alessandro e Antonio Rasetti presentano il primo esemplare italiano di macchina per dagherrotipi.
A Napoli la Relazione intorno al dagherrotipo di Macedonio Melloni
è datata 12 novembre.
La fotografia è annunciata e accolta come imprescindibile strumento scientifico. Paolo Mantegazza, primo presidente della Società Fotografica Italiana: “benediciamo alla fotografia, che è una delle più giovani e più simpatiche figlie della scienza” (Bullettino della Società Fotografica Italiana, n. 1-4, ott.1889, p.7).
La fotografia si rivelerà uno strumento fondamentale anche nello studio della mineralogia e nella documentazione delle eruzioni vulcaniche.
Nel 1841, con il Terzo congresso degli scienziati italiani, Firenze apre le porte all’innovazione.
Il matematico Tito Gonnella presenta il planimetro e il telescopio. Il fiorentino Lorenzo Turchini la “teletipografia-elettro-magnetica” in grado di leggere, scrivere e stampare su nastro.
Sono anni di scoperte mirabili.
Con un microscopio di sua costruzione, il medico pistoiese Filippo Pacini scopre i corpuscoli nel 1835 e il vibrione del colera nel 1854.
Nel 1856 l’abate senese Giovanni Castelli inventa il principio del fax (il pantelegrafo), ovvero uno strumento per scansire immagini e testi da trasmettere con impulsi elettrici.
Eugenio Bersanti, fisico e matematico di Pietrasanta, e Felice Matteucci, ingegnere lucchese, consegnano all’accademia dei Georgofili, in data 5 giugno 1853, le memorie in cui illustrano l’invenzione del motore a scoppio, un dispositivo a 2 cilindri e 20 cavalli.
Firenze. Il 12 maggio 1887, alla presenza dei reali, è inaugurata la facciata di Santa Maria del Fiore.
Appena tre giorni dopo apre la Prima Esposizione di Fotografia.
Lo scienziato Giorgio Roster espone alcune sue fotomicrografie di soggetti relativi alla parassitologia e all’igiene.
Due anni dopo, il 26 maggio 1889, sono inaugurati i lavori della Società Fotografica Italiana nell’Aula Magna del Regio Istituto di Studi Superiori.
Presidente è Paolo Mantegazza, medico e professore di Antropologia presso la Facoltà di Lettere dell’Istituto, per cui la fotografia “tocca tutti i poli della scienza e del sentimento; ferma le immagini infinitamente piccole del microscopio e quelle infinitamente grandi del telescopio:
è prezioso sussidio alla fisica, all’antropologia,
alla biologia, all’astronomia, alla psicologia.
Ci conserva le immagini dei nostri cari e fornisce all’umana giustizia un mezzo prezioso per scoprire e inseguire il delinquente”.
L’anno successivo Roster prenderà il suo posto alla guida della Società.
Dieci anni dopo, nell’aprile e maggio 1898, la Società Fotografica inaugura gli spazi in via del Giglio e organizza la seconda Esposizione nazionale e internazionale nella sede della Società di Belle Arti di via del Campidoglio.
Roster compare nella “Sezione Artistica”, insieme, tra gli altri, ai Fratelli Alinari, Giacomo Brogi, Domenico Anderson, Mario Nunes Vais.
Mentre nella “Sezione Scientifica” presenta 32 “fotomicrografie di diatomee riprodotte con fortissimi e insoliti ingrandimenti, da cinquemila a dodicimila diametri, allo scopo di porre in evidenza la intima struttura di queste alghe elegantissime”.
Non basta: lo scienziato rende pubblici i risultati delle sperimentazioni con l’obiettivo telefotografico di sua costruzione: uno tra i migliori per “vastità del campo ritratto, profondità di fuoco e ingrandimento”.
In particolare vanta la nitidezza dei dettagli della ripresa alla distanza di circa 4.100 metri. Un risultato notevole: all’epoca, la stessa qualità di dettaglio si raggiungeva a 2.000 metri, al massimo.
Le telefotografie sono spesso occasione di indagine tecnica sul mezzo.
Sul supporto sono annotati il tipo di obiettivo, la lunghezza focale, il diaframma, la lente, l’allungamento del soffietto.
Ma anche l’illuminazione, il tempo di esposizione, le condizioni meteo e la distanza di ripresa.
Lo scienziato fiorentino non è certo il primo ad occuparsi di studio delle distanze attraverso il mezzo fotografico.
Già i pionieri William Henry Fox Talbot e John Frederick William Herschel utilizzavano il microscopio e il telescopio
come strumenti applicati alla macchina fotografica.
Quando la tecnica fotografica si fa più praticabile e accessibile, oltre a ottenere immagini migliori, i viaggi di esplorazione si moltiplicano. Ricercatori, scienziati e fotografi si muovono sulla scia
delle eclissi solari e delle fasi lunari.
“Nel Congresso degli Astronomi dei 1887 di Parigi, fu stabilito di compilare una carta fotografica del cielo.
Gli osservatori di sette nazioni, fra le quali l’Italia con due stazioni, lavorano indefessamente a questa opera gigantesca, degna del nostro secolo e che sarà ferace delle più grandi scoperte astronomiche”.
Nella seconda metà dell’Ottocento, l’istituzionalizzazione della scienza come disciplina matura segna il tramonto della scienza dilettantesca.
E’ del 1859 la pubblicazione de L’Origine della Specie di Darwin, mentre Pasteur nel 1885 sperimenta il vaccino antirabbia.
La ricerca scientifica si specializza e si apre
ai molteplici ambiti del sapere.
Tra gli infiniti interessi di Roster ci sono anche
la mineralogia, la meteorologia e la botanica.
All’isola d’Elba, soprattutto, svolge le sue ricerche in campo mineralogico, di geodetica, ma anche di botanica,
tanto da installare alla sua villa all’Ottonella,
uno dei primi giardini per l’acclimatazione di specie esotiche.
Oltre alla tecnica fotografica e all’ottica,
Roster si dedica anche allo studio e alla sperimentazione sul colore, la fotografia ortocromatica e “un nuovo metodo di tricromia, superiore per verità di tinte a tutti gli altri. (…)
Per produrre l’immagine policroma, si procede alla stampa successiva sulla medesima lastra di tre immagini monocrome, rossa, gialla e azzurra, provenienti dalle tre negative corrispondenti,
avendo cura di isolare ciascuna immagine dalla precedente
con uno strato impermeabile di collodione.
Per ottenere una grande esattezza e la intensità necessaria, bisogna far uso di colori eccessivamente vivaci e puri, e tuttavia, mettendosi pure in tali condizioni, è facile che la più piccola preponderanza
di uno dei tre colori comprometta il risultato.
Come di vede, l’operazione è lunga e difficile
e non può riuscire che nelle mani di un abile e paziente operatore.”
Tra le sperimentazioni,
anche la colorazione manuale delle diapositive su vetro.
“La microfotografia è il mezzo più fedele e più pronto per la esatta riproduzione delle immagini che illustrano la forma, la struttura e la dimensione degli oggetti microscopici (…) ben spesso riesce a scoprire linee, parti e dettagli, che l’occhio il più acuto non arriva a percepire al microscopio” .
E mostra la sorprendente bellezza di un microcosmo inconsueto, che non si vede con l’occhio umano ma racchiude l’intimità della natura.
L'archivio Roster entra a far parte delle collezioni Alinari nel 1993
tramite donazione di 1913 pezzi di cui 1838 diapositive su vetro
e 75 autochromie.
Citazioni tratte da:
Giorgio Roster, Le Applicazioni della Fotografia nella Scienza.
Giorgio Roster, Manuale di microfotogarfia.
Apparecchi e modo di operare
I volumi sono consultabili online:
https://www.museogalileo.it/istituto/biblioteca-digitale-tematica/roster/homepage/fotografia.html
Stiamo studiando il Fondo Roster presente nelle collezioni Alinari, in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze (www.museogalileo.it), raccogliamo segnalazioni, errori, imprecisioni, suggerimenti, informazioni che possano essere utili allo studio e alla comprensione del fondo.