DB UniUrb 2021

FAUNA INVISIBILE

 A cura di Loretta Guidi, Federica Sempruccci e Eleonora Grassi dell'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"


Eleonora Grassi - Fauna Invisibile: la meiofauna marina.

Lorella Guidi - Fauna Invisibile: il phylum Gastrotricha

Federica Semprucci - Fauna invisibile: il phylum Nematoda

Eleonora Grassi

Fauna Invisibile: la meiofauna marina



Alla scoperta del mondo nascosto nei fondali marini; un breve viaggio per conoscere animali strani,

fantastici e altamente specializzati per vivere negli spazi interstiziali tra i granuli dei sedimenti.

Il termine meiofauna indica l’insieme dei metazoi che, come componente del benthos, vive a stretto contatto con i fondali di ambienti acquatici.

Gli organismi che la compongono hanno dimensioni comprese tra i 31 e i 500 μm.


La meiofauna comprende 24 dei 35 phyla animali con un enorme livello di biodiversità che fa sì che ogni anno numerose nuove specie vengano scoperte e descritte.

È possibile rinvenire questi animali dalle spiagge fino agli ambienti di mare profondo, oltre che in habitat particolari quali praterie di fanerogame,

 fronde delle macroalghe e persino come epibionti di altri animali.


E’ il gruppo bentonico più abbondante in ambiente marino ed ha un ruolo chiave nelle catene trofiche

documentando perfettamente possibili alterazioni dello stato dei fondali.

 



Lorella Guidi

Fauna Invisibile: il phylum Gastrotricha 


Il phylum Gastrotricha include oltre 800 specie di microinvertebrati acquatici a vita libera, di dimensioni comprese tra 100 e 500 µm, che rappresentano un’importante componente della fauna meiobentonica marina, salmastra e di acqua dolce. Questi microscopici animali si muovono attivamente grazie ad una ciliatura ventrale, da cui deriva il loro nome (gaster = stomaco, e trix = ciglio), che costituisce uno dei principali caratteri di identificazione del gruppo.

I componenti del phylum sono classificati nei due ordini dei Macrodasyida e dei Chaetonotida sulla base di caratteristiche morfologiche, biologiche ed ecologiche ben definite. Le loro microscopiche dimensioni e la fragilità del loro corpo li rendono estremamente difficili da manipolare e da studiare.

Negli ultimi decenni, grazie allo sviluppo e alla diffusione di strumenti di osservazione ad alta risoluzione, come il microscopio elettronico a trasmissione e a scansione, si sono potute risolvere molte delle problematiche che in passato ne hanno impedito una conoscenza dettagliata.

Oggi le informazioni morfologiche sui Gastrotricha si sono notevolmente arricchite portando ad un rinnovato interesse nei confronti del gruppo stesso e permettendo di chiarire molti dubbi sia in ambito sistematico che faunistico. Nel video esempi di alcune specie di Gastroticha Macrodasyida studiate con l’ausilio dei microscopi elettronici.



Federica Semprucci

Fauna Invisibile: il phylum Nematoda


I nematodi sono il gruppo di metazoi più abbondanti della terra.

 Sono vermi trasparenti e dalla forma cilindrica che nelle forme libere sono lunghi da pochi millimetri fino a circa 31µm.

Hanno colonizzato tutte le aree climatiche e tutti i tipi di ambienti, dagli ecosistemi acquatici (marini e di acqua dolce) al suolo,

ai tessuti vegetali e animali sviluppando una moltitudine di stili di vita.

La morfologia dei nematodi marini è variegata e strettamente correlata alla tipologia di habitat in cui vivono, possono infatti mostrare adattamenti morfologici peculiari comprese distinte forme dei loro corpi. Per esempio, esistono specie appartenenti ai Desmoscolecida che hanno una forma del corpo tozza e con cospicui anelli (desmi) che ricordano una metameria, mentre altri hanno una forma a “S” o a “ε” come i Draconematidae ed Epsilonematidae.


Esistono circa 8000 specie di nematodi marini, ma i ricercatori ipotizzano che questi siano solo una piccola parte della biodiversità reale, infatti recenti studi evidenziano che circa l’80% delle loro diversità è ancora da scoprire. Essendo questi animali, importanti bioindicatori, che sono in grado di riflettere lo stato di salute dei nostri mari, è importante indagarne la composizione perché potrebbero segnalarci alterazioni ambientali precoci garantendoci l’opportunità di un rapido intervento.

Nel suo lavoro, il nematologo deve in particolare fare una sorta di ricostruzione della morfologia delle nuove specie attraverso diverse tecniche microscopiche.

Così, come in un vero e proprio identikit deve ricostruire i caratteri morfologici distintivi e spesso minuscoli di ogni animale e li deve assemblare insieme per creare una descrizione affidabile che permetta a ricercatori di tutto il mondo il suo riconoscimento. Nel video dei brevi esempi.



Eleonora Grassi

Laureata in Scienze Biologiche si è specializzata con una laurea magistrale in Biodiversità ed Evoluzione, svolge attualmente un progetto di dottorato presso l’Università di Urbino Carlo Bo sullo studio della biodiversità della meiofauna e nematodi come indicatori della qualità ecologica degli ecosistemi marini. Collabora con il gruppo di ricerca della Prof.ssa Balsamo allo studio dei bassi metazoi marini partecipando a progetti ecologici e tassonomici.

Ha conseguito il titolo di guida ambientale escursionistica e lavorato nel territorio marchigiano come guida ed educatore ambientale collaborando con soggetti privati e pubblici.


È risultata assegnataria del terzo posto al Concorso Urbino 2030 organizzato dal Rotary Club Urbino con “ALL IN” Progetto di educazione ambientale ed inclusione nell’ambito della gestione della salute dei cittadini.

Ha partecipato come relatore al Workshop UniversItaly Wolf Tour, Canis lupus, presso l’Università di Camerino (MC) e ad uno stage di ecologia marina tropicale presso il Marine Research and Higth Education Center (Magoodhoo Island- Maldives).


Loretta Guidi

laureata in Scienze Biologiche, è Professoressa Associata, settore scientifico disciplinare BIO/05 – Zoologia, presso il Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino e tiene i corsi di ‘Biologia dei Vertebrati’ e ‘Protisti e animali parassiti dell’uomo’ nella Laurea Triennale di Scienze Biologiche. La sua attività scientifica riguarda principalmente la tassonomia, la sistematica, la biologia, l’ecologia e l’evoluzione di gruppi di invertebrati (Gastrotrichi, Nematodi, Placozoi, Ciliati) su basi morfologiche, ultrastrutturali e molecolari. Inoltre, di suo interesse sono anche la compilazione di banche dati faunistiche europee e globali di Gastrotrichi e le indagini faunistico-ecologiche sullo zoobenthos marino e di acqua dolce con particolare riferimento alla meiofauna. Nell’ambito di queste linee di ricerca, ha instaurato importanti collaborazioni scientifiche con istituzioni pubbliche straniere tra cui il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, l’Istituto di Ecologia Animale di Hannover, il Museo Zoologico dell’Università di Copenhagen e il Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Diamantina del Brasile. È membro dell’Unione Zoologica Italiana (U.Z.I.), della Società Italiana di Scienze Microscopiche (S.I.S.M.) e del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa).

Ha partecipato a numerosi congressi nazionali ed internazionali. È autore di 52 pubblicazioni in extenso di cui 44 su riviste internazionali con impact factor e di una monografia sui Gastrotrichi.


Federica Semprucci

è laureata in Scienze naturali e ha conseguito il Ph.D in Scienze ambientali nel 2007 e in “Meccanismi di regolazione cellulare: aspetti morfo-funzionali ed evolutivi” nel 2011, entrambi presso l'Università degli Studi di Urbino. Attualmente è Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze biomolecolari dell' Università di Urbino e tiene il corso di Biologia delle Sviluppo nella Laurea Triennale in Scienze Biologiche.

Federica Semprucci è specializzata in tassonomia ed ecologia dei nematodi (dimensione: 31 µm – 1 mm) che sono la componente animale più abbondante e diversificata dei fondali marini e che hanno una rilevante importanza nella valutazione dello stato ecologico degli ecosistemi e del loro funzionamento. Federica Semprucci è coinvolta in numerose ricerche con università o enti di ricerca internazionali in Tunisia (University of Bizerte), Malesia (University of Malaysia, Sabah), USA (University of South Florida), Corea del Sud (Hanyang University), Francia (IFREMER), Danimarca (Natural History Museum of Denmark), Vienna (University of Vienna) e India (Indian Institute of Science Education and Research Kolkata, West Bengal), nonché con enti sul territorio nazionale. È autore di oltre 60 lavori in riviste internazionali con impact factor e di numerosi contributi a congressi. Recentemente ha curato il volume speciale della rivista Diversity intitolato: “Meiofauna Biodiversity and Ecology”.



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