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Isolina Marota, Marco Materazzi
UniCam
DOVE: SSML - Scuola Superiore di Mediazione Linguistica
ETA': dai 14 anni
DURATA: 60 min
QUANDO:
Venerdi 20 Ottobre: alle ore 9.00, alle 10.00 e alle 11.00
La storia e il patrimonio culturale di un popolo si misurano non soltanto attraverso lo studio delle opere d’arte, dei manufatti o dell’edilizia, ma anche attraverso l’esame dei resti delle persone che hanno calpestato il suolo nei millenni passati. I resti umani, ancor prima di essere un ritrovamento archeologico o uno strumento scientifico, sono stati un essere che un tempo ha mangiato, parlato, pensato, vissuto e pertanto ci possono raccontare direttamente la storia della loro vita.
Per prenotare puoi:
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342.88.95.996 (Camilla - anche whatsapp) nei seguenti giorni e orari: Lun: 13.00-16.00 / Mar-Giov: 11.00-14.00 / Ven: 9.00-18.00 / Sab 9.00-14.00
(tranne la settimana da 3 al 10 ottobre: solo whatsapp)
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Isolina Marota è professore associato di Antropologia presso l’Università di Camerino. Ha iniziato ad occuparsi dello studio del DNA in campo archeologico nel 1992. In questo ambito ha studiato, inizialmente, il DNA in materiali archeologici di varia provenienza. Le ricerche in questa fase si sono concentrate, soprattutto, sulla presenza di tracce di antichi microrganismi, batteri, funghi filamentosi e lieviti su fibre vegetali provenienti dall’equipaggiamento dell’”Uomo del Similaun” (o Ötzi), un cacciatore/guerriero di oltre 5000 anni fa (prima Età del Rame), i cui resti mummificati sono stati ritrovati nel 1991 sulle Alpi. Successivamente la sua attività di ricerca si è concentrata sul processo spontaneo di mummificazione che ha permesso al corpo dell’Uomo del Similaun di conservarsi fino ai nostri giorni, e sull’analisi dei residui alimentari presenti nell’intestino di questa famosa mummia. Grazie ai successi ottenuti in queste ricerche è stato possibile estendere ulteriormente gli studi al DNA mitocondriale, con la pubblicazione, nel 2008, della sequenza completa del genoma mitocondriale dell’Uomo del Similaun. Ulteriori studi effettuati da I. M. hanno riguardato la conservazione del DNA in funzione delle diverse condizioni ambientali, i due ambienti presi in esame sono stati quello del deserto egiziano e quello dei ghiacciai alpini.